Decommissioning nucleare: non un’opportunità ma un affare di pochi pagato dai cittadini in bolletta

23.05.2015 11:50

Lo smantellamento dei centri nucleari ha un costo di circa 300 milioni di euro all’anno pagato dai cittadini nella bolletta ogni 2 mesi, altro che opportunità!  Diversamente dai tanti, compresi i rappresentanti del nostro Governo,  che stamane si sono incontrati a Roma sotto la benedizione dell’Associazione Italiana Nucleare,non condividiamo assolutamente l’ipotesi che le operazioni di messa in sicurezza delle centrali nucleari vengano classificate come un’opportunità.

La stima dei costi per il mantenimento in sicurezza dei rifiuti nucleari ad oggi è di circa 11 miliardi di euro. Attualmente il problema è irrisolto, in particolare per i rifiuti di alta attività, che manteniamo sotto controllo grazie ai soldi raccolti dalla bolletta elettrica che paghiamo.  Ricordiamo che il completamento delle soluzioni di messa in sicurezza e smantellamento hanno subito una forte dilatazione dei tempi e conseguentemente un incremento dei costi. Teniamo presente inoltre che dietro queste attività si sono finanziati sempre affari torbidi che ancora non sono stati del tutto smantellati.  Affari che hanno messo in secondo piano la trasparenza dei rapporti con i territori e i rischi che la salute umana e l’ambiente corrono con la convivenza dei rifiuti nucleari.

Fino a quando l’intero processo non sarà reso realmente trasparente e non si offrirà un cambiamento oggettivo degli attori che continuano a gestire le operazioni sarà difficile aprire un dialogo con il territorio e la popolazione, pertanto il decommissioning nucleare continuerà a rimanere un affare di pochi pagato dai cittadini che non troverà altro coinvolgimento.

 

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