Deposito nazionale di scorie nucleari: i lati oscuri compromettono il rapporto con il territorio
09.05.2015 12:00
Il deposito nazionale di scorie nucleari non può essere un rebus, va fatta subito chiarezza. Ormai ci siamo. La Sogin ha comunicato che entro il mese di giugno avremo conoscenza delle 4/6 aree individuate come potenzialmente idonei per ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari in Regione Basilicata.
Attualmente l’opera non è priva di lati oscuri da illuminare per assicurare che non sia il solito salvadanaio per gli affari di pochi. Non abbiamo ancora in funzione l’Ispettorato per la sicurezza nucleare che deve controllare la Sogin nelle sue attività di realizzazione dell’opera. Non si comprende ancora se il deposito nazionale dovrà contenere in sicurezza anche il nucleare militare o solo quello civile e medicale. Siamo in attesa dell’adeguamento alla nuova classificazione dei rifiuti radioattivi. Inoltre, perché non c’è stata una valutazione dei criteri per individuare delle aree potenzialmente idonee anche per le scorie nucleari di altissima attività (il cd problema ancora irrisolto nel mondo) che verranno appoggiate “temporaneo di lungo periodo” nel deposito nazionale?
Al di la di cosa è scritto nella legge, senza gli opportuni chiarimenti è complicato capire qual è la tipologia di deposito di scorie nucleari che si vuole realizzare. In funzione della dovuta e necessaria trasparenza rispetto al processo d’individuazione delle aree abbiamo chiesto chiarimenti ai Ministeri competenti e alla Sogin, che nonostante il successo della protesta di Scanzano, ci ha lasciato una ferita aperta. Se non ci saranno le risposte che attendiamo sarà compromesso il rapporto di dialogo con il nostro territorio con il rischio di riaccendere una fiamma pacifica e determinata per la difesa della nostra madre terra.
Invitiamo i cittadini, le associazioni e le istituzioni e tenere alta la guardia. Questa volta nessuno può dire che io non sapevo!