Il silenzio di Bardi rischia di trasformare la città della pace di Scanzano in cattedrale nel deserto
20.02.2021 10:04
Dobbiamo evitare che uno dei simboli della civile e pacifica protesta di Scanzano contro le scorie nucleari, fortemente voluto anche dal premio Nobel per la pace Betty Williams, diventi una cattedrale nel deserto. Sono già trascorsi 2 mesi da quando abbiamo sollevato al Presidente della Regione Basilicata Bardi il pericolo senza ricevere alcuna risposta.
Ricordiamo che, seppur diversa da quanto avevamo proposto, l’iniziativa della città della pace è stata già finanziata dalla Regione Basilica con spese pari a circa 2 milioni di euro per lavori quasi ultimati. Per completare la realizzazione di tale importante progetto e renderla funzionale è necessario che la Giunta presieduta da Bardi compia un ultimo passo. Proceda alla sottoscrizione dell’Accordo di partenariato per la presentazione del progetto "Realizzazione di un centro di accoglienza migranti presso il plesso città della pace in agro di Scanzano Jonico (MT)" da candidare a finanziamento a valere sul Pon Legalità 2014-2020 -- asse VII "Accoglienza e integrazione migranti" - azione 7.1.2 "Interventi per l'ospitalità dei lavoratori stagionali ed il contrasto al fenomeno del caporalato" (azione 9.6.6 dell'accordo di partenariato). Tali risorse sono già stanziate.
Le stesse risorse sono state già liberate dalla Giunta regionale per i progetti in fase di realizzazione nei comuni di Venosa, Lavello e Palazzo San Gervaso, viceversa sono bloccati incomprensibilmente nel luogo simbolo della protesta di Scanzano contro le scorie nucleari senza alcuna motivazione. Se non si riuscisse ad impegnarle, a consegnare l’opera collaudata e a renderla operativa entro il 31 dicembre 2022, le risorse andranno perse. Con loro si perderanno i benefici che un progetto di accoglienza, con la creazione di nuovi occupati, avrebbe potuto portare su un territorio in cui la necessità di far fronte alla domanda di forza lavoro sta mettendo molte aziende agricole in forti difficoltà economiche.
In questo periodo in cui stiamo preparando una nuova mobilitazione che ostacoli il ritorno delle scorie nucleari nella nostra Basilicata, chiediamo al Presidente Bardi di rispondere, portando avanti ciò che ha già fatto per altri Comuni. In caso contrario si correrebbe il rischio di lasciare il progetto incompiuto con la perdita del finanziamento del Pon ma soprattutto di trovarsi, contrariamente a quanto ha sempre rivendicato la protesta pacifica, con un’opera incompiuta. Un segnale che i cittadini non gradirebbero considerato che quella grandiosa esperienza è il simbolo di una Basilicata unita in difesa della propria Madre Terra.